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Il Diabete Gestazionale: comprendere i rischi e l’importanza della prevenzione

Dott.ssa  Antonella Renda

FARMACISTA

Ordine dei Farmacisti di Trapani n. 1233

Pubblicazione Anno 8 n. 81 MAGGUO 2025 – ISSN 2612-4947

Il diabete gestazionale è una condizione clinica che insorge generalmente tra la 24ª e la 28ª settimana di gravidanza e colpisce una percentuale variabile di gestanti. È caratterizzato da una intolleranza al glucosio che porta ad iperglicemia. Normalmente si tratta di una condizione temporanea che potrebbe però sviluppare conseguenze importanti sia per la madre che per il bambino, tanto da rendere  fondamentale una diagnosi precoce e una gestione adeguata della patologia.

Alla base del meccanismo scatenante vi è un aumento dei livelli di glucosio nel sangue, dovuto ad un malfunzionamento dell’insulina, l’ormone che regola la glicemia.

La resistenza all’insulina è infatti una delle conseguenze che potrebbe insorgere durante la gestazione, poiché in questa fase il corpo della donna va incontro a numerosi cambiamenti, subendo alterazioni nella produzione di diversi ormoni e naturali aumenti di peso.  L’insulina è un ormone prodotto e rilasciato dal pancreas, con la funzione di regolare i livelli di glucosio ematici. Di norma, all’aumentare della glicemia, l’organismo risponde incrementando il rilascio di insulina ma, se questo meccanismo non funziona correttamente, i livelli di glucosio nel sangue possono aumentare e favorire lo sviluppo del diabete gestazionale. In genere, il diabete gestazionale scompare dopo il parto ma potrebbe ripresentarsi a distanza di tempo come diabete di tipo 2. La diagnosi avviene generalmente tra la 24ª e la 28ª settimana di gravidanza, tramite uno specifico esame eseguito in laboratorio e chiamato curva da carico di glucosio (OGTT – Oral Glucose Tolerance Test).

Considerando i rischi, tra i fattori più rilevanti per lo sviluppo della patologia vi sono l’età materna superiore ai 35 anni, la presenza di casi di diabete di tipo 2 tra i familiari, condizioni di sovrappeso o obesità, precedenti gravidanze complicate da diabete gestazionale, appartenenza a particolari gruppi etnici. 

Questi elementi non determinino con certezza la comparsa della malattia ma rappresentano condizioni che ne aumentano significativamente la probabilità. In merito alle conseguenze nelle quali può incorrere sia la madre che il bambino il diabete gestazionale rappresenta una condizione potenzialmente pericolosa: aumentano le possibilità di nascite premature e parti più complicati e rischiosi.  Nella donna può favorire l’insorgenza di ipertensione arteriosa e la presenza di proteine nelle urine, un quadro clinico noto come preeclampsia o gestosi,  complicanza seria che può mettere a rischio la salute di entrambi. Al raggiungimento della 37ª settimana di gravidanza il medico può raccomandare un parto anticipato per prevenire ulteriori complicazioni. Se invece la gravidanza è ancora in una fase precoce, vengono attuati interventi mirati ad accelerare la maturazione del feto, in vista di un parto sicuro.

Anche il nascituro può essere esposto a diverse complicanze: la macrosomia, l’ipoglicemia neonatale, l’ittero e difficoltà respiratorie nei primi giorni di vita. La macrosomia fetale è la più comune e porta ad una crescita eccessiva del feto con un peso alla nascita superiore ai 4 kg, causa di complicazioni durante il parto. Il diabete gestazionale è certamente una condizione seria ma gestibile. Grazie ad una diagnosi tempestiva, un’adeguata educazione nutrizionale ed il monitoraggio continuo, una buona percentuale di donne riesce a portare a termine la gravidanza in modo sicuro. È fondamentale che le donne a rischio vengano sottoposte ad un controllo costante da parte  di ginecologi, diabetologi e nutrizionisti. La prevenzione resta sicuramente l’arma più efficace, contraddistinta da una corretta educazione alimentare e uno stile di vita sano.

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