Dirigente medico in pensione a 70 anni: legittimo il limite d’età
Una recente pronuncia ha confermato che il pensionamento dei dirigenti medici al compimento dei 70 anni di età è pienamente legittimo, anche se il professionista è ancora in piena attività lavorativa. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 5127 del 4 giugno 2025, respingendo il ricorso di un primario ospedaliero.
Il caso
Il ricorrente, dirigente medico di secondo livello, aveva contestato il pensionamento forzato disposto dalla sua azienda sanitaria alla soglia dei 70 anni, sostenendo che fosse ancora in grado di svolgere pienamente le sue funzioni e che il limite d’età costituisse una discriminazione.
I giudici amministrativi hanno confermato che:
“Il limite dei 70 anni per il collocamento a riposo dei dirigenti medici non viola il principio di uguaglianza né il diritto al lavoro, in quanto giustificato da esigenze organizzative e di ricambio generazionale nel SSN.”
Le motivazioni della sentenza
- Il collocamento a riposo obbligatorio dopo i 70 anni è previsto da normativa nazionale (art. 15-nonies D.Lgs. 502/1992).
- Non si tratta di un licenziamento, ma di una cessazione naturale del rapporto per limiti di età.
- La pubblica amministrazione ha facoltà di non prorogare oltre tale soglia, anche se non ancora maturata la pensione massima.
Precedenti coerenti
La giurisprudenza si è già espressa in senso analogo con Cons. Stato, sez. III, sent. n. 821/2023 e TAR Lazio n. 1334/2022. Il principio viene ribadito per evitare contenziosi seriali e assicurare un’uniformità interpretativa sul territorio nazionale.
Implicazioni pratiche
I medici dirigenti che raggiungono i 70 anni devono considerare tale limite come non derogabile, salvo casi eccezionali (emergenze sanitarie, proroghe motivate). Non è possibile invocare la “buona salute lavorativa” come motivo per restare in servizio.
Conclusione
Il limite d’età per i dirigenti medici è pienamente valido e coerente con la normativa vigente. La sentenza chiude ogni dubbio interpretativo e richiama l’importanza del rinnovamento generazionale nel sistema sanitario pubblico.
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