Patatine fritte: olio di semi o extravergine?
Le patatine fritte sono uno sfizio irresistibile, ma anche una preparazione delicata dal punto di vista nutrizionale. Molto dipende dal tipo di olio usato per friggerle. Vediamo le differenze tra l’olio di semi e quello extravergine d’oliva, e quale conviene scegliere.
Olio di semi (girasole, arachidi, mais)
È il più usato nei ristoranti e nei fast food perché ha un sapore neutro e costa meno.
🌡️ 1. Resiste al calore, ma non sempre bene: alcuni oli di semi (come quello di arachidi) hanno un buon punto di fumo, ma altri (come il mais o girasole) si degradano più facilmente ad alte temperature.
🔁 2. Più instabile: durante la frittura prolungata, tende a formare più sostanze ossidate, potenzialmente dannose.
💸 3. Più economico: è spesso scelto per motivi di costo, ma può risultare meno salutare.
Olio extravergine d’oliva (EVO)
Anche se poco usato per friggere, ha proprietà interessanti che lo rendono una scelta più salutare.
🔥 1. Alto punto di fumo: l’olio EVO resiste bene al calore se è di buona qualità e non troppo acido.
🛡️ 2. Ricco di antiossidanti: contiene polifenoli che proteggono l’organismo e resistono parzialmente anche alla cottura.
🫒 3. Più digeribile e sicuro: nonostante il sapore più marcato, risulta più stabile e meno nocivo rispetto a molti oli di semi.
Conclusione
Se vuoi friggere in modo più salutare, l’olio extravergine d’oliva è la scelta migliore, anche se più costosa. Offre maggiore stabilità, benefici antiossidanti e una migliore qualità nutrizionale.
L’olio di semi può andar bene per un uso occasionale, ma è importante sceglierne uno adatto alla frittura (come quello di arachidi) e non riutilizzarlo mai.