Un recente studio condotto dall’IRCCS “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte (Bari), pubblicato sulla rivista Nutrients, ha analizzato le abitudini alimentari di circa 4.869 adulti del Sud Italia, con un follow-up medio di 19 anni. I risultati suggeriscono una correlazione tra l’elevato consumo di carne bianca – in particolare di pollo – e un aumento della mortalità, soprattutto per tumori gastrointestinali.
Dati principali
- Consumo di 100–200 g di pollo a settimana: +35% di rischio di morte per tumori gastrointestinali rispetto a chi ne consuma meno di 100 g.
- Consumo di oltre 200 g/settimana: rischio raddoppiato (≈ +100%).
- Consumo di oltre 300 g/settimana: aumento del 27% della mortalità per tutte le cause; rischio di morte per tumori gastrointestinali più che raddoppiato, soprattutto negli uomini.
Riscontri internazionali
La notizia ha avuto risonanza anche all’estero. Fonti internazionali come MedicalXpress, News-Medical e Conexiant hanno ripreso lo studio, sottolineando che l’associazione tra consumo e rischio è significativa soprattutto per gli uomini, e che lo studio ha tenuto conto di variabili come fumo, colesterolo e diabete. Tuttavia, mancavano informazioni su attività fisica e modalità di cottura.
Meccanismi ipotizzati
I ricercatori hanno indicato alcune possibili spiegazioni del fenomeno osservato:
- Cottura ad alte temperature (griglia, barbecue, frittura): produzione di composti potenzialmente cancerogeni come ammine eterocicliche e idrocarburi policiclici aromatici.
- Residui chimici: antibiotici, ormoni o contaminanti nei mangimi negli allevamenti intensivi.
- Relazione dose-dipendente: maggiore il consumo, maggiore il rischio, come evidenziato dai dati.
Limiti dello studio
Come sottolineano anche gli stessi autori, lo studio è di tipo osservazionale e quindi non può dimostrare un nesso causale. Inoltre:
- Non sono stati raccolti dati sui metodi di cottura.
- Mancano informazioni sull’attività fisica.
- Non è stata distinta la provenienza del pollo (industriale o biologico).
Parere degli esperti
Theresa Gentile, portavoce dell’Academy of Nutrition and Dietetics, ha dichiarato che “il pollo può far parte di una dieta equilibrata, ma va cucinato in modo sano e non consumato in eccesso”. Anche altre fonti invitano alla moderazione e alla varietà nella dieta, sottolineando l’importanza di fonti proteiche diverse e della qualità degli alimenti scelti.
Consigli pratici
- Limitare il consumo di pollo a non più di 200 g a settimana.
- Preferire cotture al vapore, in umido o al forno, evitando griglia e frittura.
- Scegliere carne da allevamenti biologici o certificati.
- Integrare le proteine con legumi, uova, pesce e fonti vegetali.
- Seguire un’alimentazione bilanciata sul modello della dieta mediterranea.
Conclusione
Il pollo è stato per anni considerato una scelta salutare, ma questo studio invita a riflettere: il consumo frequente potrebbe non essere privo di rischi, soprattutto se associato a modalità di cottura scorrette o provenienza industriale. In attesa di ulteriori conferme scientifiche, è consigliabile adottare un approccio prudente e vario nell’alimentazione.
Fonti:
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