Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato un legame sempre più stretto tra il microbiota intestinale e il funzionamento del cervello. Questa connessione, nota come asse intestino-cervello, ha aperto nuove prospettive terapeutiche per diverse patologie neuropsichiatriche, incluso il disturbo dello spettro autistico (ASD). Tra le opzioni in fase di studio, il trapianto di microbiota fecale (FMT – Fecal Microbiota Transplantation) o la sua variante più innovativa, il trapianto di microbiota intestinale modificato (MTT – Microbiota Transfer Therapy), stanno emergendo come potenziali strumenti per migliorare alcuni sintomi associati all’autismo.

Il microbiota intestinale e il suo ruolo nell’autismo

Il microbiota intestinale è l’insieme di miliardi di microrganismi che vivono nel nostro tratto digerente e svolgono funzioni essenziali per la digestione, l’immunità e la regolazione di alcuni neurotrasmettitori. Numerosi studi hanno riscontrato che molti bambini con autismo presentano alterazioni della composizione del microbiota, accompagnate da sintomi gastrointestinali cronici come stitichezza, diarrea o dolori addominali. Queste alterazioni potrebbero influenzare indirettamente il sistema nervoso centrale attraverso segnali biochimici e infiammatori.

Cos’è il trapianto di microbiota (FMT/MTT)

Il trapianto di microbiota fecale (FMT) consiste nel trasferire batteri intestinali da un donatore sano a un paziente, con l’obiettivo di ripristinare un equilibrio microbico ottimale. La versione più avanzata, l’MTT, utilizza un protocollo di pulizia intestinale, somministrazione di microbiota purificato e mantenimento a lungo termine attraverso capsule o sospensioni orali. Questa terapia è già approvata in alcuni Paesi per il trattamento di infezioni ricorrenti da Clostridioides difficile, ma nel caso dell’autismo è ancora considerata sperimentale.

Le evidenze scientifiche più recenti

Uno degli studi più citati è stato condotto dall’Arizona State University, dove un gruppo di ricercatori ha seguito bambini con autismo e sintomi gastrointestinali severi. Dopo un ciclo di Microbiota Transfer Therapy di 10 settimane, si è osservato un miglioramento non solo dei disturbi digestivi, ma anche di alcuni comportamenti legati all’ASD, come l’interazione sociale e la comunicazione. Tali effetti positivi sono persistiti anche a distanza di due anni dal trattamento.

Possibili meccanismi di azione

Gli effetti benefici del trapianto di microbiota sull’autismo potrebbero derivare da diversi meccanismi biologici:

  • Ripristino della diversità microbica intestinale
  • Riduzione dell’infiammazione sistemica
  • Modulazione della produzione di metaboliti come acidi grassi a catena corta
  • Influenza sulla sintesi di neurotrasmettitori come serotonina e GABA

Rischi e limiti attuali

Nonostante i risultati incoraggianti, il trapianto di microbiota per l’autismo rimane una procedura sperimentale. I rischi includono reazioni avverse, trasmissione di patogeni e scarsa risposta in alcuni pazienti. Per questo motivo, l’uso del FMT/MTT in ASD dovrebbe essere limitato a protocolli clinici controllati e condotti da centri specializzati.

Prospettive future

La ricerca sta ora esplorando vari approcci per migliorare la sicurezza e l’efficacia di queste terapie, come l’uso di probiotici di nuova generazione, combinazioni personalizzate di batteri e interventi dietetici mirati. Se ulteriori studi clinici confermeranno i benefici a lungo termine, il trapianto di microbiota potrebbe entrare a far parte delle opzioni terapeutiche complementari per l’autismo, affiancandosi agli interventi comportamentali e farmacologici tradizionali.

Conclusione: Il legame tra microbiota intestinale e autismo è una delle frontiere più promettenti della medicina neurogastroenterologica. Sebbene il trapianto di microbiota non sia ancora una cura approvata per l’ASD, le evidenze scientifiche aprono spiragli importanti per futuri sviluppi terapeutici.

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