In 8 anni 9.000 medici italiani emigrati all’estero. Il direttore di salute33 lancia l’allarme

Secondo quanto riportato dalla Corte dei Conti nell’ultimo Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica, in base ai dati Ocse negli ultimi 8 anni, sono oltre 9.000 i medici formatisi in Italia che sono andati a lavorare all’estero.
Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia sono i mercati che più degli altri hanno rappresentato una soluzione alle legittime esigenze di occupazione e adeguata retribuzione quando non soddisfatte dal settore privato nazionale.
“Una condizione che rischia di rendere le misure assunte per l’incremento delle specializzazioni poco efficaci, se non accompagnate da un sistema di incentivi che consenta di contrastare efficacemente le distorsioni evidenziate” afferma Massimo Palermo, direttore della rivista salute33.
La medesima relazione potrebbe trattarsi di trasferimenti temporanei, come osservato dal ministero della Salute – si legge nel Rapporto – “l’aumento delle certificazioni rilasciate ogni anno dall’amministrazione ai fini della libera circolazione dei medici e dei medici specialisti laureati in Italia verso i Paesi dell’Unione Europea non corrisponde necessariamente al numero dei medici che effettivamente si trasferiscono stabilmente all’estero”.
Massimo Palermo sottolinea che le cause principali che spingono i professionisti della salute lontano dall’Italia è la differenza di trattamento economico. Una ricerca dell’Ocse datata 2018 fissa a a poco più di 80.000 dollari lordi la retribuzione media di un medico italiano: il dodicesimo posto in una graduatoria di 21 paesi che vede in testa l’Islanda con ben 202 mila dollari seguita dall’Irlanda (186.000). Tra i paesi a cui bussano i dottori italiani la Germania garantisce 156.600 dollari l’anno, 148.000 il Regno Unito, 111.000 la Svezia. Il rapporto tra la busta paga di un medico in Italia e quella di un lavoratore medio è di 2,5 a 1, in Germania sale a 3,5 e in Gran Bretagna a 3,4.

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