Vino o birra: cosa fa ingrassare di più?

Una birra chiara piccola conta circa 50 calorie, quindi non meno di 165 per una pinta. Per una birra doppio malto le calorie aumentano fino a 265. Senza contare che, nella birra, la presenza di carboidrati non è indifferente. Il tasso alcolico della birra varia dal 3,6% a oltre il 5% per le light e oltre il 5% per le doppio malto: sicuramente un volume alcolico inferiore a quello del vino o dei superalcolici. (1)

Basta bere un bicchiere di birra da 33 cc che si introduce la stessa quantità di alcol che se si bevesse un bicchiere di vino da 15 cc o un bicchierino di superalcolico da 4 cc.

Un bicchiere di vino bianco o rosso, a 12 gradi, contiene 70 calorie e aumentano con l’alzarsi della gradazione.

La differenza è quindi minima, nonostante la birra sia meno calorica rispetto al vino, la quantità ribalta questo scenario. Generalmente chi beve birra, visto la bassa gradazione alcolica, è predisposto a non fermarsi a 33cc ma assumere almeno 50/60 cc (due bottiglie piccole). Bere un solo bicchiere di vino è più semplice, perché appagati dall’immediata alta gradazione (10/15%). La quantità differenzia quindi le due bevande e stabilisce quale sarà la più calorica.

C’è però solo una verità: bere alcolici fa male. Che sia un bicchiere di vino rosso, una lattina di birra o un bicchierino di whisky al giorno, non esiste una quantità sicura da bere. Fa sempre male ed è una delle principali cause di morte e malattia nel mondo: solo non consumandone per niente si elimina completamente il rischio. A dirlo, uno studio dell’Istituto di metrica e valutazione dell’Università di Washington, pubblicato sulla rivista Lancet.
“I rischi di salute – spiega Emmanuela Gakidou, autrice dello studio – legati all’alcol sono enormi. Il bere è legato a morti premature, cancro e malattie cardiovascolari. Solo il consumo a zero minimizza il rischio complessivo di danni alla salute”. In base ai dati raccolti nello studio, relativi a 195 Paesi di tutto il mondo, nel 2016 si calcola che i bevitori siano stati oltre 2 miliardi di persone, di cui il 63% uomini. Sempre nello stesso anno, circa 3 milioni di persone sono morte per cause attribuibili all’alcol, di cui il 12% in uomini tra i 15 e 49 anni. “L’idea che 1-2 bicchieri al giorno facciano bene – conclude Emmanuela Gakidou – è solo un mito”.

Bere alcol in una fascia di età in cui alcuni organi stanno completando la loro maturazione, in modo particolare il cervello, può causare problemi di apprendimento, di memoria e di orientamento visuspaziale causato da danni ad una zona del cervello denominata ippocampo. Tale rischio è particolarmente accentuato nel periodo di massima vulnerabilità cerebrale all’uso di alcol e sostanze che va dai 12 ai 25 anni. Le linee guida italiane per una sana nutrizione degli italiani e i LARN sconsigliano il consumo di qualunque quantità di alcol prima dei 18 anni, pongono a 1 bicchiere il limite giornaliero da non superare per le donne e per gli ultra65enni e a 2 bicchieri le quantità massime di consumo di alcolici per l’uomo (2)
L’organismo femminile presenta una massa corporea inferiore rispetto all’uomo e una ridotta capacità di metabolizzazione dell’alcol. Per questi motivi la donna sviluppa più rapidamente dell’uomo i danni legati al consumo di alcol in particolare connessi all’aumento del rischio per il cancro del seno (+ 27% superato un bicchiere), per malattie del fegato, del sistema cardiovascolare, del sistema nervoso, della fertilità e del metabolismo osseo (3).

BIBLIOGRAFIA

1. EpiCentro (ISS). Alcol: sai cosa bevi? Più sai, meno rischi!
2. Osservatorio Nazionale Alcol – CNESPS (ISS), World Health Organization (WHO). Nuove linee guida del consumo di alcol: evidenze e tendenze (2014)
3. Scafato E. Alcol e cancro: evidenze scientifiche, valutazione di impatto e analisi delle possibili iniziative di prevenzione e di comunicazione

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