La dipendenza affettiva: quando l’amore diventa ossessione

Dott.ssa Daniela Chiaviello ~ Psicologa – Psicoterapeuta
Pubblicazione – ANNO 4 N. 33 MARZO 2021 – ISSN: 2612/4947

La dipendenza affettiva, detta anche “Love Addiction”, rientra nella categoria delle “New Addictions” ovvero le nuove forme di dipendenza comportamentale; alcune new addictions, oltre alla dipendenza affettiva, sono: pathological gambling (il gioco d’azzardo patologico), workaholic (la dipendenza da lavoro), compulsive buying (lo shopping compulsivo), sex addiction (la dipendenza dal sesso). 

La caratteristica di queste forme di dipendenza è che esse rappresentano l’aspetto patologico, nella loro manifestazione compulsiva, di attività praticate comunemente dalle persone nella loro vita quotidiana.

Di per sé, la dipendenza in una relazione affettiva non è disfunzionale, è normale, nel periodo dell’innamoramento che ci sia un certo grado di dipendenza affettiva e unione con il partner.  

L’opportunità di andare oltre la fase dell’innamoramento e di iniziare una costruzione più solida di un rapporto di coppia, dipende proprio dalla capacità dei partner di percepirsi e rispettarsi come persone separate, ovvero di riconoscere l’altro/a nella sua diversità senza perdere di vista la propria individualità. Quando, invece, il legame di coppia oscura i propri bisogni e desideri incatenandoci all’altro/a, soffocando la nostra individualità, possiamo parlare di love addiction o dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva disfunzionale è, quindi, una modalità patologica di vivere la relazione sentimentale in cui il dipendente arriva a rinunciare e a negare i propri desideri e bisogni per sfuggire alla paura più grande ovvero la rottura della relazione.

Chi soffre di dipendenza affettiva ha un forte bisogno di legame nei confronti del partner, considerandolo/a come unico/a e sola fonte di gratificazione nonché fondamentale fonte di “amore” e cura; vive costantemente nell’ansia di poterlo/a perdere e ha bisogno di continue rassicurazioni. 

Tale relazione disfunzionale, è caratterizzata dall’assenza permanente di reciprocità nella vita affettiva sentendo di non essere amato/a in maniera sufficiente e adeguato/a sperimentando così, un malessere psicologico. Il bisogno di protezione e la scarsa autostima costituiscono lo sfondo di chi soffre di love addiction, alimentato da credenze secondo cui la propria felicità dipende completamente dalla vicinanza di un’altra persona; per non essere abbandonati o rifiutati i dipendenti affettivi mettono in atto comportamenti compiacenti e sacrificali verso il partner con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura. Con il passare del tempo, questo tipo di rapporto può compromettere il buon funzionamento della persona in aree importanti della vita come il lavoro o lo studio, gli amici e la famiglia. Si tratta di una forma di amore ossessivo, simbiotico e stagnante che ostacola qualsiasi tentativo evolutivo della persona e della relazione. Spesso il dipendente ha una percezione di sé come una persona non meritevole d’affetto di conseguenza tenderà a prediligere, in maniera inconsapevole, partner ad esempio evitanti e/o anaffettivi che andranno a rafforzare quell’immagine che il dipendente ha di sé stesso. La dipendenza affettiva, quindi, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica relazionale a due e non è infrequente che tale condizione degeneri in relazioni che rappresentano un grave pericolo per l’integrità psichica e fisica del soggetto.

I sintomi della dipendenza affettiva patologica possono essere diversi come comportamenti compulsivi, stress e ansia, pensiero ossessivo nei confronti del partner, depressione, impulsività, che, nei casi più gravi, possono portare alla minaccia o alla messa in atto di azioni autodistruttive. Gli attori coinvolti, non riescono ad uscire dalla relazione disfunzionale nonostante entrambi ne riconoscono le conseguenze negative e il malessere che vivono.

I sintomi della dipendenza affettiva si manifestano, oltre all’interno di una relazione di coppia, anche nei confronti di un familiare, di una figura amicale o di una persona d’autorità.

Molte ricerche sulla dipendenza affettiva patologica concordano nell’attribuire importanza a fattori bio-psico-sociali e alle prime esperienze di vita instaurate con i propri caregiver.

I risultati di studi fatti da ricercatori hanno convalidato un modello eziopatogenetico della “love addiction” che identifica come fattori predisponenti: la presenza di traumi di abuso emotivo e di negligenza emotiva, lo stile di attaccamento (insicuro ambivalente e insicuro evitante), la presenza di sintomi dissociativi e una disregolazione emotiva.

La dipendenza affettiva patologica, inoltre, può essere distinta in quattro categorie:

  1. La dipendenza passiva: il partner dipendente ha una bassa considerazione di sè stesso, considerandosi senza valore e incompetente; queste caratteristiche si riflettono nel suo principale bisogno di vicinanza e protezione. Al partner, spesso idealizzato, ritenuto responsabile della propria felicità, il dipendente passivo richiede aiuto e continue rassicurazioni ed evita di esprimere disaccordo, accettando ad esempio eventuali comportamenti maltrattanti.
  1. La co-dipendenza: il partener co-dipendente ha la tendenza a sacrificare sè stesso per l’altro, come una sorta di “sindrome della crocerossina”. La scelta di diventare “il salvatore” ha lo scopo di assicurarsi la vicinanza nella relazione e il bisogno di sentirsi necessari e di valore per l’altro. Il partner co-dipendente svilupperà, dunque, una relazione completamente focalizzata sull’altro, nella quale i suoi bisogni personali avranno poco valore o non verranno riconosciuti.
  1. La dipendenza aggressiva: è caratterizzata dalla svalutazione sia del partner che di sè stesso, poiché considera l’altro/a inadeguato/a, ma considera anche se stesso come non meritevole di avere una relazione appagante e un partner accudente. Il dipendente affettivo vive, dunque, un doppio conflitto interno in cui da un lato desidera una relazione soddisfacente ma dall’altro crede di non meritarla. Questo porta la persona ad avere un comportamento aggressivo e a mostrare disprezzo, umiliando il partner. Solitamente il dipendente affettivo predilige chi ha una dipendenza affettiva di tipo passivo, in quanto diventa l’unico modo per sfogare su qualcun altro tutto ciò che il soggetto aggressivo ha subìto in passato su di sè.
  1. La contro – dipendenza: è caratterizzata dal rifiuto della relazione, in quanto il naturale bisogno personale di dipendenza viene vissuto come una grave minaccia alla propria autonomia. Nel partener contro-dipendente, il tentativo di mostrare un’immagine di sé perfetta, di potere e di successo per garantire la propria indipendenza è costante; inoltre è emotivamente non disponibile e in base al suo vissuto personale può essere una persona manipolativo e maltrattante. Il partner, quindi, sarebbe visto solo come un contenitore nel quale poter versare frustrazioni e rabbia.

È possibile uscire dalla dipendenza affettiva attraverso un percorso di psicoterapia, in quanto è utile nel far riconoscere al paziente le complesse trappole emotive nonché cognitive che gli causano infelicità e sofferenza. La terapia ha lo scopo, inoltre, di aiutare i pazienti ad avere accesso al proprio mondo interiore fatto di emozioni, desideri, bisogni e di aiutarli a compiere scelte autonome anche in assenza di relazione supportive. 

Un commento

  1. Articolo molto interessante. Riporterò qualche passaggio per la mia tesi laurea in scienze psicologiche. Inserirò in bibliografia la rivista salute33 e l’autore dell’articolo.

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