Nasce un nuovo prodotto che contribuisce a contrastare il papilloma virus
A cura di Sofia Guidetti
“L’infezione da papilloma virus umano (HPV) – racconta il ginecologo Vittorio Unfer che ha fatto parte del team di ricerca – è l’infezione sessuale più diffusa in entrambi i sessi. Nella maggior parte dei casi è transitoria e priva di segni evidenti ma può comportare lesioni benigne della cute (verruche) e delle mucose (condilomi e papillomi), dovute alla persistenza dell’infezione. L’HPV fa parte di una grande famiglia di virus, circa 200, suddivisi in due categorie in base al rischio oncogeno: ad alto rischio, responsabili dell’insorgenza di tumori, e a basso rischio, responsabili invece di alterazioni non maligne. In particolare, le forme di infezione che hanno manifestazioni non visibili e transitorie, se persistenti e non curate, possono comportare il rischio di sviluppare lesioni correlate ai tumori del collo dell’utero. Questo spiega perché le donne con infezione da HPV sono moltissime, mentre quelle che sviluppano i tumori sono solo alcune. La persistenza del virus può, infatti, rappresentare la condizione favorevole per l’evoluzione delle alterazioni cellulari patologiche della cervice. Circa l’80% delle donne cui è stato diagnosticato un HPV ad alto rischio risulta già negativa entro un anno.”
Ma come viene diagnosticato il Papilloma Virus?
“L’HPV – riferisce l’esperto- viene diagnosticato mediante un test specifico simile al Pap test. Rispetto a quest’ultimo, tuttavia, il test per la ricerca dell’HPV consente di individuare con maggior anticipo eventuali lesioni pretumorali del collo dell’utero. Per questo motivo si prevede che nei prossimi anni ne prenderà il posto come test primario di screening. Nei casi in cui il pap test evidenzi anomalie cellulari, oppure vengano isolati ceppi virali “a rischio” dal test per la ricerca dell’HPV, si esegue una colposcopia.”
Quanto è diffuso oggi il papilloma virus ?
L’HPV – spiega Vittorio Unfer – è un’infezione molto comune, soprattutto fra i giovani e il preservativo non garantisce una prevenzione del 100%. Il vaccino, nonostante sia un’arma utile, presenta alcune limitazioni: offre una copertura solo per alcuni ceppi di HPV ma purtroppo ne esistono circa 200; dopo circa 10 anni dalla vaccinazione (un ciclo) rimane comunque il rischio di infezione, (“COVID docet”); la copertura vaccinale è ancora molto bassa. Sono stati sviluppati prodotti con sostanze immunostimolanti ma con scarsi risultati. A tal proposito, dovremmo considerare la possibilità di usare prodotti innovativi. “
Perché il papilloma virus è così persistente?
“Il vero problema è rappresentato dalla persistenza del virus, una fase dell’infezione in cui l’HPV si integra nei cheratinociti e persiste per qualche anno fino, eventualmente, a progredire favorendo l’insorgenza di lesioni precancerose. Per questo è molto importante identificare precocemente le alterazioni provocate dal virus attraverso l’esecuzione regolare del pap test. Generalmente, salvo indicazioni diverse, andrebbe eseguito il pap test ogni 3 anni dai 25 ai 64 anni.
In sintesi, non esistono terapie specifiche per curare questa infezione e che agiscano sulla persistenza. Tuttavia, studi scientifici hanno dimostrato che la supplementazione di alcuni micronutrienti è utile per prevenire le lesioni indotte dall’HPV e ridurne la persistenza, A partire da queste ricerche è stato dunque sviluppato un complemento alimentare unico e innovativo per la salute delle donne. In particolare, la supplementazione prevede l’impiego sinergico delle seguenti sostanze:
· EPIGALLOCATECHINA GALLATO (EGCG), un polifenolo ottenuto dalle foglie del tè verde, già noto per i suoi benefici i cui studi scientifici hanno dimostrato la sua capacità di contribuire a proteggere l’organismo sia dell’uomo che della donna.
· ACIDO FOLICO e VITAMINA B12, micronutrienti presenti in diversi alimenti, i cui studi clinici hanno dimostrato un’aumentata probabilità d’ infezione persistente da HPV quando i livelli di folato e vitamina B12 sono bassi e in un altro studio di follow-up a due anni, è stato osservato che uomini e donne con alti livelli di acido folico e vitamina B12 hanno il 73% di probabilità in meno di risultare positivi all’HPV. Pertanto una corretta integrazione di tali micronutrienti e il mantenimento dei livelli fisiologici può contribuire a ridurre la capacità del virus HPV di instaurarsi nella cellula ospite e prevenirne la persistenza dell’infezione.
· ACIDO IALURONICO a basso peso molecolare, un polimero naturale appartenente alla famiglia dei glicosamminoglicani, la cui integrazione è stato dimostrato contribuire alla rigenerazione e riparazione tessutale mantenendo integro l’epitelio cervicale. “
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