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Il danno delle fake news al tempo del covid-19 e non solo

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“Una gang di medici cattivissimi appartenenti a logge massoniche nasconde all’umanità la cure per il cancro, le bacche sono più efficaci dei vaccini, mangiare i noodles (gli ‘spaghetti’ asiatici) può uccidere, le mascherine per contrastare il contagio dal covid-19 fanno male perché si respira anidride carbonica.” E ancora, “lo zenzero è 10.000 volte più efficace nell’uccidere il cancro rispetto alla chemioterapia (così recitava il titolo di un articolo che ha avuto oltre 800mila condivisioni su facebook), il succo di foglie di papaia, il fiore di sambuco, i datteri, il timo, l’aglio, il gelsomino, il lime, l’okra e altre erbe, tutti sponsorizzati come cure per il cancro, diabete, l’asma e l’influenza.” Ma non tutte le false notizie sulla salute suggeriscono nuovi trattamenti miracolosi. Molte ‘bufale’ riguardano in particolare i vaccini. Infine, la teoria secondo cui l’epidemia del coronavirus avrebbe addirittura legami col 5G. Queste sono alcune delle ‘fake news’ più diffuse, che hanno spopolato sui social a colpi di post e articoli. 

La nuova copertina di salute33 contro il danno delle fake news al tempo del covid-19 e non solo.

L’articolo di copertina, a cura di Massimo Palermo, direttore di salute33, raccoglie 41 fake news riguardante il coronavirus. Il potenziale danno che può causare una sola fake news sulla medicina è molto spesso sottovalutato. Per evitare di imbattersi in notizie false e pericolose per la salute  – afferma Massimo Palermo – si raccomanda di fare sempre riferimento a fonti istituzionali ufficiali e certificate. Le informazioni presenti nell’articolo di copertina provengono da fonti del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, basate su evidenze scientifiche, normative e documentazioni nazionali e internazionali.

Uno studio dell’Ong Avaaz, afferma che Facebook è la ‘culla’ delle bufale. I siti con fake news sono visualizzati 4 volte più di quelli ufficiali.  Il rapporto si riferisce al periodo tra giugno 2019 e maggio 2020. Il picco delle visualizzazioni per pagine e siti di disinformazione si è avuto ad aprile, nel pieno della pandemia, con 460 milioni. Solo nel 16% dei casi i post con le fake news sono stati contrassegnati come fuorvianti, mentre gli altri sono rimasti online senza nessuna etichetta. Un po’ come il Covid-19, anche le bufale circolano soprattutto grazie a ‘superdiffusori’: il 43% della disinformazione è generata infatti da 82 pagine web, che agiscono attraverso una rete di 1000 pagine Facebook.

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