Il recupero dell’elemento dentario gravemente compromesso

A cura del Dott. Giovanni Succurro – Odontoiatra

LA CARIE DENTALE

Il processo carioso rappresenta una vera e propria infezione batterica, in grado di danneggiare gravemente la struttura dentaria sana, smalto e dentina, ed in casi più gravi di comprometterne irreversibilmente la vitalità, costringendo il dentista alla devitalizzazione dell’elemento cariato o peggio ancora alla sua estrazione.

SALVARE UN DENTE E’ POSSIBILE?

Negli ultimi decenni con l’introduzione nell’ambito odontoiatrico di nuovi materiali biocompatibili in grado di integrarsi nella compagine ossea dell’apparato stomatognatico, abbiamo assistito sempre di più all’affermarsi di procedure chirurgiche atte all’estrazione di elementi dentari “compromessi”, ma di fatto spesso recuperabili, e sostituiti mediante inserimento chirurgico di un dispositivo in titanio o impianto dentale che, una volta osteointegrato nell’osso e protesizzato, è in grado di sostituire esteticamente e funzionalmente l’elemento dentario perduto. Ma esiste sempre l’indicazione all’inserimento implantare? Sicuramente conservare è sempre meglio che sostituire! La conservativa è una branca dell’odontoiatria che si occupa di recuperare l’elemento dentario affetto da carie ripristinando attraverso procedure adesive dirette ed indirette la struttura dentaria perduta. Strettamente connessa con queste procedure è inoltre la parodontologia, altra branca fondamentale, che pone invece al centro di essa la cura dei tessuti circostanti il dente, osso e gengive, ripristinando la salute parodontale. Il recupero di un elemento dentario compromesso nasce quindi dalla perfetta conoscenza dei principi che regolano ambedue le discipline , attraverso l’operato di figure professionali specializzate che mettono sempre al primo posto il rispetto dei tessuti biologici del paziente. Nel caso clinico qui mostrato, vediamo chiaramente

come il processo carioso abbia causato la perdita di gran parte dell’elemento dentario 46 (molare) di una giovane paziente di 24 anni.

L’estrema vicinanza della parete dentaria residua alla componente di sostegno del dente, osso e gengiva, rendeva impossibile l’attuarsi di procedure restaurative semplici quali l’otturazione, con la necessità di eseguire invece terapie chirurgiche più complesse. Vista la giovane età della paziente, si è deciso di procedere in maniera più conservativa mediante un piccolo intervento di chirurgia orale che mirava a ripristinare lo stato di salute parodontale del dente. A questo punto, avendo esposto una porzione di dente sana, che prima della procedura chirurgica era sommersa nei tessuti gengivali, siamo stati in grado di applicare la diga di gomma ed effettuare tutte le procedure endodontico- restaurative quali la devitalizzazione del dente, la sua ricostruzione parziale (build-up), la sua preparazione mediante geometrie ben stabilite, la presa di una impronta altamente precisa ed infine la cementazione del manufatto protesico in materiale composito (INTARSIO).

CONCLUSIONI

Nell’epoca dove l’estetica e la medicina minimamente invasiva la fanno da padrone, anche l’odontoiatra non può esimersi dal soddisfare delle richieste di pazienti sempre più esigenti e attenti alla propria salute.

Prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento odontoiatrico è fondamentale quindi che ogni paziente venga adeguatamente informato delle diverse opzioni di trattamento e potendo scegliere tra quelle proposte, prediligere sempre le soluzioni che più delle altre rispettino e preservino i tessuti biologici sani.

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