Più di 70 i dirigenti delle professioni sanitarie al convegno organizzato dalla FNO TSRM e PSTRP al Ministero della salute

Le traiettorie evolutive della dirigenza delle professioni sanitarieè il titolo dell’evento che si è svolto martedì 23 maggio a Roma presso l’Auditorium del Ministero della salute.

Organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP, l’evento ha visto la partecipazione di più di 70 dirigenti provenienti da tutta Italia, professionisti delle aree tecnica, della riabilitazione e della prevenzione.

Un incontro per dare forma a un dibattito sulla dirigenza delle professioni sanitarie, come ruolo strategico  nelle aziende sanitarie, anche a seguito degli interventi normativi degli ultimi tempi.

Hanno aperto i lavori della giornata Paolo Casalino, dirigente delle professioni sanitarie presso l’ospedale “Tor Vergata” di Roma, e Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, ribadendo l’impegno della Federazione nazionale a supportare lo sviluppo della dirigenza per i professionisti a essa efferenti, avviando dapprima un censimento e successivamente mettendoli in rete tra loro, per rafforzarne le competenze: «Dobbiamo sviluppare percorsi specifici: per diventare dirigente è necessario avere una specifica base, una formazione e una capacità in termini di leadership che non è comune a tutti. Ci si impegni a formare la nostra classe dirigente, affinché sempre più e sempre meglio noi si riesca a rispondere alle esigenze del nostro SSN. Ciò è possibile grazie a collaborazioni con il mondo accademico, sfruttando le risorse del PNRR per la formazione manageriale». La Presidente Calandra si è poi soffermata sul tema dei concorsi pubblici per la dirigenza: «Molti concorsi escludono le nostre professioni, auspichiamo che non si precluda a monte un’opportunità che deve essere garantita a tutti i professionisti sanitari: partecipino sempre tutti e che vincano i migliori». Teresa Calandra ha, infine, concluso il suo intervento sulla disomogenea distribuzione geografica dei dirigenti delle professioni sanitarie, proponendo degli standard da adottare in tutte le regioni, al fine di evitare asimmetrie territoriale: «Dobbiamo pensare a dei modelli virtuosi, che possano essere replicati, adattandoli ai contesti regionali, anche richiamando una metodologia internazionalmente riconosciuta come il technology assessment, capace di valutare anche i modelli organizzativi. Il contributo dei nostri dirigenti verrà consegnato alla sostenibilità del SSN, al fine di rafforzare le strutture. Chi è all’interno conosce il sistema e può dare il massimo per ottimizzarlo».

Un osservatorio per sviluppare nuovi percorsi per incrementarne la forza del SSN, mettere in rete i professionisti fra loro per migliorare la salute dei cittadini.

All’incontro è intervenuto Marco Mattei, Capo della segreteria tecnica del Ministero della salute che, dopo aver portato i saluti del Ministro Schillaci, ha sottolineato la necessità di stabilizzare e mettere a regime la crescita e l’acquisizione di un ruolo dirigenziale, una leadership di direzione che suggelli un percorso di carriera delle professioni sanitarie. Non solo una crescita professionale, ma anche umana: «Abbiamo bisogno di donne e uomini di qualità e professionisti di qualità, pertanto è fondamentale che i percorsi siano studiati nel dettaglio. Solo con l’ascolto e il dialogo riusciamo a ottimizzare un sistema che tuteli la salute del cittadino. Il dialogo tra il Ministero della salute e la vostra Federazione nazionale è attivo e porterà a un’elaborazione normativa, anche in tempi brevi, su vari fronti».

La dirigenza delle nostre professioni si fa promotrice della formulazione di una proposta di politica sanitaria indirizzata a promuovere una nuova visione sull’attribuzione di responsabilità, sui processi, sulle risorse, sui servizi e i relativi incarichi direttivi all’interno degli enti del Servizio sanitario nazionale.

La prima tavola rotonda è stata introdotta da Renzo Ricci, che all’interno del suo intervento ha esplicato le dinamiche organizzative che riguardano le professioni sanitarie, definendo le professioni sanitarie come «agenti del cambiamento, snodo strategico connesso alla missione del dipartimento, a quella aziendale, a tutela delle professioni 

che rappresentiamo. Chiediamo una formazione specializzata per gestire le tensioni organizzative e le variabilità artificiali che caratterizzano i nostri setting. Perché le aziende non si governano attraverso disegni e meccanismi, ma i dirigenti hanno la responsabilità di influenzare e gestire la cultura aziendale, per passare dal concetto di integrazione a quello di complicità» (Relazione integrale di Renzo Ricci). 

A seguire è intervenuto Giuseppe Quintavalle, Direttore generale dell’Ospedale Tor Vergata di Roma: «Oggi parliamo di una nuova sanità e dobbiamo creare una nuova dirigenza fatta da tutte le professioni, dobbiamo utilizzare le risorse per pensare piani formativi nuovi, adeguati per realizzare delle dinamiche inter-settoriali tra le varie professioni sanitarie coinvolte». 

Paolo Petralia, Vicepresidente FIASO, intervenuto in videoconferenza, ha sottolineato che mettere al centro le persone rappresenta la chiave di volta, affinché le competenze, le attitudini possano essere integrate, messe insieme e rese inter-operabili nella dimensione di multidisciplinareità e multiprofessionalità che rappresenta davvero la prospettiva che tutti noi siamo convinti essere quella giusta.

Alessandro Beux, Componente del Comitato centrale FNO TSRM e PSTRP, intervenendo al convegno ha commentato: «Il dirigente delle professioni sanitarie non deve essere strumento, ma persona che possiede e sa utilizzare strumenti; non deve essere burocrate, ma artista. La pandemia ha dimostrato che il sistema può essere cambiato, superando ciò che di negativo si era cristallizzato negli anni, affievolendo l’impatto negativo della logica a silos».

Attualmente i dirigenti afferenti alle professioni TSRM e PSTRP censiti sono circa 125, tuttavia il gruppo della Federazione nazionale stima che siano almeno 150. Si distribuiscono soprattutto prevalentemente in Toscana, Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna, ma anche Piemonte, Sardegna, e Sicilia.

I professionisti che ricoprono ruoli dirigenziali provengono dai seguenti profili: Tecnico sanitario di radiologia medica, Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecnico sanitario di laboratorio biomedico, Logopedista, Educatore professionale, Assistente sanitario, e Tecnico di neuro fisiopatologia

La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda, in cui sono stati invitati i rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, durante la quale è stata perimetrata l’area di azione del dirigente delle professioni sanitarie. L’introduzione al tavolo è stata affidata a Damiano Travagliani che ha sottolineato l’importanza di «semplificare la procedura dell’affidamento degli incarichi di struttura complessa, al fine di assicurare stabilità all’organizzazione delle strutture complesse garantire una gestione coordinata delle risorse umane in funzione delle differenti esigenze delle articolazioni organizzative aziendali». (Relazione integrale di Damiano Travaglini).

La tavola rotonda è proseguita con una discussione sul nuovo contratto per la dirigenza sanitaria, puntando alla giusta valorizzazione della nostra classe dirigente; sono intervenuti Andrea Filippi (CGIL), Benedetto Magliozzi (CISL), Giuseppe Carbone (FIALS) e Saverio Stanziale, Componente del Comitato centrale della FNO TSRM e PSTRP, con delega ai rapporti con le OOSS e la dirigenza.

L’evento ha dato testimonianza della identità anche dirigenziale delle nostre popolazioni professionali, ha creato un confronto qualificato tra la FNO, il Ministero della salute e le OOSS, ha iniziato a delineare una proposta concreta anche dal punto di vista normativo, sostenibile dal punto di vista applicativo, guidata sia dal bisogno prevalente delle persone assistite, che dalle esigenze delle organizzazioni e dei loro professionisti.

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